DECLINO O CRISI AZIENDALE: LA SOLUZIONE NON È MAI RAPIDA

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L’impresa è un’entità dinamica e, in quanto tale, soggetta a numerose variabili, esterne ed interne. Spesso, se non governate, queste variabili possono costituire delle vere e proprie minacce.

Tra le variabili esogene all’impresa  si annoverano continue mutazioni dei condizionamenti esterni all’impresa, ma che influiscono sull’impresa medesima, che richiedono il ricorso a nuove ed articolate impostazioni gestionali.

Con il processo di globalizzazione mondiale si sono manifestati nuovi fenomeni commerciali: l’estensione dei mercati, l’entrata di nuovi competitors, il perfezionamento ed il mutamento delle tecniche di vendita (si pensi all’enorme diffusione delle vendite via internet).

Le variabili endogene all’impresa riguardano la capacità (e, spesso, la volontà) di governare il cambiamento; si sono sviluppate tecniche aziendali che permettano prontamente al management non solamente di essere informato, ma di provvedere tempestivamente avendo chiara la previsione delle conseguenze delle decisioni sulla produzione, sulle disponibilità finanziarie, sui ricavi ed i profitti.

Per l’impresa, adeguarsi ai mutamenti diventa un obbligo, pena la sopravvivenza stessa dell’impresa.

 

Iniziamo, con questo contributo, un’analisi delle diverse patologie di cui soffrono le imprese italiane evidenziando le possibili soluzioni.

 

Crisi o declino?

A partire dal 2008 il sistema delle imprese italiane è stato travolto da una crisi che, seppure di livello mondiale, ha particolarmente penalizzato proprio le imprese italiane.

Necessita, però, fare una distinzione tra la «crisi economica» e la «crisi dell’impresa»: la crisi economica (crisi delle economie nazionali e sovranazionali, crisi dei mercati, ecc.) è determinata da diversi fattori esterni all’impresa e non può essere governata dalle nostre PMI; differentemente, la crisi dell’impresa può scatenarsi indipendentemente dalla crisi economica.

Tuttavia non sempre la crisi dell’impresa è scatenata dall’esterno, molto frequentemente l’impresa si trova in uno stato di declino; tale declino si sarebbe comunque manifestato nel tempo, la crisi economica globale ha solo accelerato i tempi, mettendo a nudo patologie latenti in seno alle imprese.

In economia aziendale si identificano numerosi sintomi del declino dell’impresa, se ne elencano i più significativi:

  • declino provocato da inefficienze;
  • declino provocato da sovracapacità produttiva;
  • declino da rigidità produttiva;
  • declino da decadimento dei prodotti;
  • carenza di innovazione;
  • carenze e/o errori di marketing;
  • incapacità nella programmazione ed errori di strategia.

Infine, il più pericoloso per l’impresa: il declino conseguente allo squilibrio finanziario.

Il permanere dei sintomi di declino, senza che si ponga tempestivamente rimedio, porta alla crisi dell’impresa, con conseguenze anche pesanti, il default, la chiusura dell’impresa, l’insolvenza, le procedure concorsuali, spesso il fallimento.

Rimuovere le cause del declino – prima che sfoci nella crisi – richiede tempo e risorse.

 

L’errore più frequente: la politica del risparmio

Le realtà imprenditoriali italiane sono, in larga parte, formate da PMI e da micro-imprese; questa frammentazione risulta particolarmente penalizzante, in particolar modo nelle imprese riconducibili ad un singolo imprenditore o ad una ristretta base di soci.

A fronte dei segnali di declino, molto spesso l’imprenditore ritiene di risolvere la crisi aziendale rapidamente, con un “colpo di coda”, perciò prosegue ostinatamente a ricercare un’unica via di uscita senza rendersi conto di perseguire obiettivi parziali, poco rilevanti o addirittura errati, confidando nel proprio “fiuto” che (nel passato) gli ha permesso di ottenere successo.

L’esempio più ricorrente è il ricorso alla politica del risparmio: a fronte del calo delle vendite l’imprenditore tende a ridurre i costi variabili, risparmiando sulle materie prime e sul costo del lavoro, ed a comprimere i costi fissi, tagliando spese ritenute “non produttive” come le consulenze specialistiche ed il marketing.

Numerose imprese (in particolare quelle di più modeste dimensioni) sono prive di programmazione economica, spesso non dotate di budget, carenti di informazioni finanziarie; le informazioni giungono all’imprenditore frammentarie, incomplete, con grave ritardo impedendo di attivare tempestivamente i necessari interventi.

L’imprenditore stesso non percepisce l’importanza vitale di possedere tali informazioni.

Ciò genera ulteriore disorganizzazione operativa, mancanza di competitività, perdita di significative quote di mercato che sfociano in un divario con la concorrenza.

L’imprenditore che non possiede la tempestiva informazione sulla gestione, sia preventiva (budget) che consuntiva (bilancio), che esita, o peggio, che nega l’evidenza del declino della propria impresa, sperando (forse) che la situazione si aggiusti da sola, col tempo, semplicemente riducendo i costi e (magari) aumentando il fatturato, senza valutare adeguatamente gli indicatori della gestione, sicuramente è un imprenditore con dei seri problemi.

Necessita ricorrere a idonei rimedi, senza esitazione, poiché più tempo si attende, tanto più il divario con la concorrenza si allarga e il declino tende a scivolare inesorabilmente verso la crisi spesso irreversibile.

 

La soluzione alternativa

La pianificazione strategica è fondamentale.

L’imprenditore deve procedere ad analizzare i processi produttivi, economici e finanziari. Vincendo il proprio ego deve affidarsi ad analisti professionisti che possano “osservare l’impresa da dentro”, scevri da preconcetti, preparati nell’individuare le carenze, adeguatamente esperti a fornire soluzioni organizzative ottimali. Non “una” soluzione, bensì una serie di soluzioni (anche radicali) che mirino alla salvaguardia della continuità aziendale.

Il miglioramento gestionale passa attraverso la verifica e la correzione delle regole che ispirano i processi sottostanti al funzionamento dell’impresa.

In quest’ottica necessita procedere preliminarmente alla formazione della reportistica periodica sia gestionale che ai fini di bilancio.

La soluzione richiede tempo e competenze.

 

Morale: «Caro imprenditore, devi correre se i tuoi concorrenti sono avanti, e poiché tu sei in ritardo dovrai profondere maggiore sforzo per poterli raggiungere.»

 

Walter Flavio Camillo

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